È stata recentemente ultimata la nuova cella elettrochimica che sarà dedicata ad esperimenti in operando di assorbimento dei raggi X sulla linea di luce BACH.
La cella è stata completamente progettata e realizzata dal Gruppo Progettazione e Sviluppo dello Iom-Cnr in collaborazione con i ricercatori della linea di luce BACH, ottimizzando il precedente prototipo già utilizzato su una delle stazioni sperimentali di BACH.
Questo strumento ha un ruolo nella comprensione di alcuni processi importanti per rispondere alla domanda globale di energia e sostenibilità ambientale. Infatti la cella in questione consente di effettuare esperimenti elettrochimici come reazioni fotocatalitiche ed elettrochimiche. Si vede come le reazioni realizzabili con questa strumentazione, come la riduzione della CO2 (CO2 RR), dell'ossigeno (ORR), o la reazione di evoluzione dell'ossigeno o dell'idrogeno, rappresentano tappe fondamentale nella ricerca sull'energia sostenibile.
In particolare, le tecniche spettroscopiche basate sulla radiazione di sincrotrone, come quelle in oggetto, sono fondamentali per fornire una visione significativa del comportamento degli elettrocatalizzatori in condizioni operative. Gli stessi elettrocatalizzatori che poi possono essere impiegati per realizzare dispositivi di stoccaggio e produzione di energia in ottica sostenibile.
“A questo scopo in particolare è richiesta un'esauriente comprensione delle proprietà elettroniche dei materiali in condizioni reali, nonché una comprensione dell'evoluzione elettronica che si verifica alle interfacce solido/liquido o solido/gas durante la catalisi o reazioni elettrochimiche.” Spiega Elena Magnano, ricercatrice del Cnr-Iom a capo del gruppo BACH che ha realizzato lo strumento.
Questa nuova strumentazione sarà anche messa a disposizione di utenti esterni, aspetto che costituisce una delle mission dell’Istituto, da anni attento alle tematiche dell’Open Science.
“Ci si aspetta che la disponibilità della nuova cella sulla linea di luce BACH susciterà un grande interesse nella comunità degli utenti per esperimenti in situ/operando su una varietà di (elettro)catalizzatori.” Aggiunge infatti Silvia Nappini del gruppo BACH.